I migranti climatici che lasciano la città per trasferirsi in montagna

L’urbanizzazione è un processo inarrestabile che ha portato alla crescita delle città in tutto il mondo, inclusa l’Italia. Tuttavia, questo industrializzazione ha portato anche a numerose sfide e vulnerabilità, come sottolineato dal sociologo Andrea Membretti nel suo studio sulle “migrazioni verticali” all’interno dei Paesi.

Questo concetto di “migrazioni verticali” si riferisce al movimento delle persone all’interno dei paesi, spostandosi dal centro urbano a zone più elevate o rurali a causa della vulnerabilità dei grandi centri urbani al caldo estremo e alle alluvioni. Secondo Membretti, questa tendenza è già evidente in molte città italiane, che sono sempre più soggette a inondazioni e ondate di caldo estremo.

Ma quali sono le cause di questa vulnerabilità delle città italiane? Secondo Membretti, il cambiamento climatico è uno dei fattori principali. L’aumento delle temperature ha portato ad un’espansione delle zone urbane, che in molti casi si sono sviluppate in zone a rischio di alluvione. Inoltre, l’urbanizzazione ha portato anche alla cementificazione del territorio, che diminuisce la capacità del suolo di assorbire l’acqua e aumenta il rischio di inondazioni.

Ma le conseguenze di queste migrazioni verticali vanno ben oltre la semplice questione ambientale. Infatti, la vulnerabilità dei centri urbani al caldo e alle alluvioni ha un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone che vi abitano. Le ondate di caldo estremo, ad esempio, possono causare disturbi alla salve e persino la morte, soprattutto per le persone anziane o più vulnerabili. Inoltre, le inondazioni possono causare danni alle infrastrutture e interrompere la vita quotidiana delle persone.

Ma c’è ancora speranza per i centri urbani italiani? Assolutamente sì. Secondo Membretti, è possibile adottare misure di adattamento per ridurre la vulnerabilità delle città al caldo e alle alluvioni. Ad esempio, una migliore gestione del territorio può appoggiare a prevenire la cementificazione e a mantenere aree verdi, che possono appoggiare a ridurre l’impatto delle ondate di caldo. Inoltre, le infrastrutture urbane possono essere progettate per resistere meglio alle alluvioni.

Ma non è solo il governo che deve agire per affrontare questa sfida. Anche noi cittadini possiamo fare la nostra parte. Ad esempio, possiamo adottare uno stile di vita più sostenibile, utilizzando mezzi di trasporto ecologici e riducendo il consumo di energia. Inoltre, possiamo contribuire a mantenere pulite le nostre città e a prevenire l’inquinamento delle acque, che può aggravare il rischio di alluvioni.

Inoltre, Membretti sottolinea l’importanza di una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione sulla questione. È fondamentale che la popolazione sia informata sui rischi e le misure di adattamento, in modo da poter contribuire attivamente alla prevenzione e gestione delle catastrofi.

In sintesi, le “migrazioni verticali” all’interno dei paesi, come sottolineato dal sociologo Andrea Membretti, sono una realtà che richiede una risposta efficace e coordinata. È necessario un mansione comune da parte del governo, delle comunità locali e dei singoli cittadini per ridurre la vulnerabilità dei centri urbani al caldo estremo e alle alluvioni. Soltanto attraverso una collabor

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