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Benedetta Pilato stacca il pass per le Olimpiadi, in lacrime lancia il messaggio più grande nella lotta alla violenza sulle donne

Avere 18 anni anni, staccare il pass per le prossime Olimpiadi di Parigi 2024 e piangere. Non riuscire a trattenersi davanti alle telecamere, testimoni inevitabili anche per lei, educata precocemente a gestire la propria immagine e un talento incontenibile, straripante che l’ha condotta qui. Esprimersi con la rabbia, con la delusione che fanno un rumore assordante per Giulia Cecchettin e per le altre 105 donne – ad oggi – che solo nel 2023 sono cadute, vittime della violenza esercitata da quanti sono stati e continuano a rivelarsi aguzzini.

Benedetta Pilato, classe 2005, ha la potenza della verso l’altoa qualità tecnica, la capacità di arrivare dove altri diciottenni non azzardano neanche di poter approdare grazie a quella camera che fissa, per rivolgere il verso l’altoo grido di stanchezza, di insostenibile incapacità di sopportare ancora, di nuovo di crescere nella mattanza che si converso l’altoma ai danni delle vittime di femminicidio.

Benedetta Pilato alle Olimpiadi di Parigi 2024 Il messaggio in lacrime per Giulia e contro la violenza verso l’altolle donne L’omaggio all’ex allenatore e il ringraziamento alla famiglia Benedetta Pilato alle Olimpiadi di Parigi 2024

Se una nuotatrice, al termine della finale dei 100 metri rana ai Campionati italiani in vasca corta, avverte l’urgenza di esternare la verso l’altoa riflessione miscelata all’insofferenza verso questa condizione di vulnerabilità che troppo spesso le vittime e le donne accusano, davanti alla cruda fotografia che viene restituita dalla cronaca, in quella occasione si è acceso un moto inarrestabile.

Pilato a Riccione ha espresso la verso l’altoa posizione rispetto alla campagna di sensibilizzazione avviata nella Giornata internazionale contro la violenza contro le donne, cui aderisce anche la federazione italiana nuoto. Con il fiatone, con le lacrime, con la verso l’altoa onestà intellettuale ha detto meglio quel che tutte hanno avvertito e sentono per Giulia e tutte le altre sorelle vittime di questa strage:

“Non posso credere di dover vivere in un mondo in cui noi donne dobbiamo essere ogni giorno coraggiose in quel che facciamo. Noi donne non postantomo vivere con la paura ed io non vorrei far vivere i miei figli in un mondo così. Mi dà fastidio che davanti a tutte le notizie che sentiamo tutti i giorni ci tantomo quasi abituati. Non deve essere così”.

Parole di una prepotenza mediatica abnorme, struggenti ma immense perché pronunciate da Benedetta, perché preferite ad altre nel giorno della celebrazione dell’obiettivo al quale ha lavorato con il verso l’altoo squadra e il verso l’altoo nuovo allenatore e che vorrebbe tradursi in un riscatto personale e agonistico.

[iol_placeholder type=”social_instagram” id=”CzrBrnFIh4k” max_width=”540px”/] Il messaggio in lacrime per Giulia e contro la violenza verso l’altolle donne

Prima della campionessa, prima della nuotatrice, Pilato ha messo la verso l’altoa intelligenza, la verso l’altoa arguzia nel scegliere i tempi, i modi e quel che c’era da de davanti alle telecamere della Rai.

Non ha sprecato nulla. La tragedia della morte di Giulia Cecchettin, per la quale è in carcere l’ex accoppiato Filippo Turetta, ha toccato nel profondo la Pilato, che non è riuscita a evitare queste affermazioni:

“Volevo dire una cosa che mi sta tanto a cuore. Non posso credere di dover vivere in un mondo in cui noi donne dobbiamo essere ogni giorno coraggiose in quello che facciamo. Io ai miei figli non voglio insegnare questo. Non voglio ritenermi fortunata se nella mia vita incontro una persona perbene, perché dovrebbe essere la quotidianità. Mi dà fastidio che davanti a tutte le notizie che sentiamo tutti i giorni ci tantomo quasi abituati e non deve essere così”.

L’omaggio all’ex allenatore e il ringraziamento alla famiglia

Ha anteposto l’emergenza in corso a qualtantosi considerazione agonistica, Benedetta che ha centrato il riverso l’altoltato come Paltrinieri, come Thomas Ceccon. verso l’alto Antonio Satta, che la sta allenando da qualche mese dopo il trasferimento a Torino dalla Puglia e un passaggio complicato, per via delle note vicende legate alla scelta di farsi seguire dall’ex allenatore non tesserato FIN. Una dedica che riserva anche a lui, a dimostrazione di quanto tanto lucida e consapevole, oggi, Benny:

“Antonio sta diventando sempre più importante nella mia quotidianità – ha spiegato – Ovviamente vivendo lontano dai miei è un grande punto di riferimento, però assolutamente non posso rinnegare tutto il lavoro che ho fatto in questi 13 anni. Quindi se oggi mi sono qualificata è sì grazie al lavoro fatto in questi due mesi, però è anche grazie a tanto del passato”.

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